In termini di prevenzione si può anche pensare all'introduzione, in bacini chiusi di acqua permanente, il pesce
larvivoro Gambusia affinis, anche se non sempre si sortiscono gli effetti desiderati.
Il servizio di dezanzarizzazione deve inoltre necessariamente prevedere una preventiva mappatura del territorio per
la localizzazione dei focolai di infestazione avendo l'accortezza di registrare informazioni relativamente alla presenza
di acqua: se continua o intermittente è un elemento da non sottovalutare in termini di probabile presenza di
zanzare.
In questo modo è possibile creare una banca dati aggiornata di anno in anno per valutare la pullulazione della
popolazione ma anche per verificare l'efficacia dell'intervento attraverso sopralluoghi a cadenza quindicinale nei
punti a maggior rischio di infestazione.
In ambiente urbano i luoghi di più probabile infestazione sono la rete fognaria, i tombini, le caditoie. In questi luoghi
il ristagno di acqua è più che sufficiente per creare un focolaio d'infestazione ideale per le zanzare. Gli adulti sono in
grado di svernare in luoghi riparati come cantine, box, seminterrati.
Nei giardini privati i luoghi più probabili sono i sottovasi, le vasche per la raccolta delle acque piovane. Un semplice
coperchio o una rete anti-zanzare può impedire indesiderate ovodeposizioni. Si deve comunque avere l'accortezza di
svuotare i contenitori ogni 4-5 gg per interrompere il ciclo di sviluppo.
Nelle fontane ornamentali, come già indicato, può essere utile introdurre pesci larvivori (gambusie e pesci rossi)
Altri luoghi ottimali per lo sviluppo delle larve sono grondaie, cavità di alberi, rifiuti abbandonati, scatole, bottiglie e
vecchi pneumatici. Dove sono presenti depressioni vi sono sicuramente ristagni idrici.
Se si esce dall'ambito cittadino, i canali e i fossati sono i luoghi preferiti per l'ovodeposizone così come le aree
agricole incolte o abbandonate. Da qui l'importanza di sfalciare periodicamente la vegetazione soprattutto lungo le
sponde dei canali.